Quando il fotografo americano Paul Strand e l’intellettuale italiano Cesare Zavattini decisero di realizzare insieme il primo libro fotografico della storia con l’intento di raccontare la vita autentica dei paesi, non potevano forse immaginare che quella piccola porzione d’Italia avrebbe richiamato, negli anni, l’attenzione di grandi e piccoli fotografi. Ci troviamo “in quella fetta di Pianura padana fra il Po e l’Appennino”, come scrisse Giovannino Guareschi che qui ambientò la sua opera più famosa. Un mondo piccolo fatto di gente genuina, buon cibo e paesaggi suggestivi.

Con la realizzazione di “Un Paese” – edito nel 1955 da Einaudi – un piccolo comune reggiano, Luzzara, è divenuto il simbolo del “Paese” italiano, e il libro una riflessione sull’identità e narrazione dell’Italia stessa.

Sono partita proprio da Luzzara per allargare la mia esplorazione anche ai paesi limitrofi, nel territorio definito “Terra di Po e dei Gonzaga”. Un viaggio lungo gli argini di un fiume sempre più agonizzante, sulle tracce di quelle strade, quelle case, le piazze, i pioppeti e quelle atmosfere. Per incontrare quei paesaggi metafisici che si alternano a paesaggi più terreni e capire cosa resta dell’identità di quei luoghi e della vita di provincia. E cosa resta, oggi, di quel grande fiume. Il Po, da sempre presenza imprescindibile, rassicurante nel suo normale corso e al contempo inquietante sia con la sua forza dirompente, sia nella sua attuale e preoccupante “assenza”.

“Down by the river” è iniziato nell’estate del 2022, tra le più torride degli ultimi anni, e prosegue nel 2023, a 70 anni dalla primavera in cui Paul Strand e la moglie Hazel Kingsbury si stabilirono a Luzzara. Il progetto non vuole replicare quella che fu l’esperienza di “Un Paese” ma rappresenta una mia visione personale di quel territorio ad oggi, un viaggio in cui l’immaginario e la memoria visiva di quei luoghi si rapporta con gli spazi, le atmosfere e le problematiche odierne.