La capitale turca è un bacino sconfinato di umanità, architettura, spiritualità e commercio. Una città immensa e sterminata, divisa su due continenti, divisa dal suggestivo stretto del Bosforo.
Vista da lontano l’antica capitale dell’Impero Romano e Ottomano è un susseguirsi a perdiocchio di grandi cupole di chiese cristiane o di meravigliose moschee.
Vista da vicino è un dedalo intricato di vicoli, situazioni che cambiano da un angolo all’altro. Tra il risuonare del Muezzin e il richiamo dei tanti bazar sparsi per la città, allontanandosi dal centro turistico è una città tutta da scoprire. A tratti desolante, il più delle volte sorprendente. Mare e minareti ne tratteggiano un profilo profondo e affascinante.
Le zone di Fatih, Fener e Balat sono sicuramente le più ricche di storia, le più affascinanti e caratteristiche di tutta Istanbul. Proprio per questi motivi rientrano nella lista dei patrimoni dell’Unesco.
Zone in cui i popoli e le religioni si sono nel tempo mescolati e sovrapposti, evidenziando e portando fino ai giorni nostri una straordinaria ricchezza di architetture, di monumenti religiosi, di colori e di prelibatezze gastronomiche. I 3 quartieri si trovano all’interno delle mura della città vecchia, ad ovest di Eminönü e si affacciano sul Corno d’Oro.
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Eyup, distretto sulla riva destra del Corno d’oro, dove sono ubicati l’omonima moschea e la tomba dedicata ad uno dei compagni di Maometto e l’antico cimitero.
I traghetti sono uno dei mezzi più utilizzato dai cittadini turchi per spostarsi da una zona all’altra.
I traghetti sono uno dei mezzi più utilizzato dai cittadini turchi per spostarsi da una zona all’altra.
Il ponte di Galata, che collega il quartiere di Sulthanamet con Beyoglu e Taksim è attraversato quotidianamente da centinaia di persone, tra cui pescatori che stazionano in cerca di “fortuna” con l’amo.
Sul pontile di Galata ogni giorno si affacciano turchi e turisti per ammirare un’incantevole vista su tutto lo stretto.
Il cambio di composizione sociale ha fatto attraversare a Balat una fase di trascuratezza non indifferente, a cui solo ultimamente si è cercato di porre rimedio attraverso un ambizioso progetto di riqualificazione patrocinato dall’Unesco.
Il quartiere di Balat è un dedalo di sali e scendi e vicoli ripidi. Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli, ed il risultato è stata una completa trasformazione del quartiere, che da zona estremamente ricca si è in fretta trasformata in zona di immigrati delle classi sociali più basse.
La zona che costeggia il bazar delle spezie, il quartiere egiziano, è un susseguirsi di antiche botteghe.
Il quartiere di Fatih è certamente tra i quartieri più tradizionali e conservatori, dove si susseguono botteghe antiche.
Balat è lo storico quartiere ebraico, lo è stato a lungo, sia durante il periodo bizantino sia durante il periodo ottomano.
La zona che costeggia il bazar delle spezie, il quartiere egiziano, è un susseguirsi di antiche botteghe e negozi tradizionali.
Fedeli sistemano la sala in attesa dell’inizio del tradizionale spettacolo dei dervisci rotanti.
Donne in preghiera prima di assistere al tradizionale spettacolo di servisci in una moschea del quartiere Fatih.
La moschea di Fatih è una moschea ottomana ubicata nel quartiere di Fatih ed è la prima grande architettura turco-islamica a Istanbul e ha rappresentato una tappa importante nello sviluppo dell’architettura ottomana.
Donne in preghiera prima di assistere al tradizionale spettacolo dei dervisci.
A valle della Moschea di Fatih sorgeva un tempo il bazar delle donne, dove ora si susseguono negozi di spezie, macellerie, antiche botteghe e bar dove uomini si ritrovano a bere chai e giocare a scacchi.
Fatih è da considerarsi uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punta di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih.